Autostima2021-04-29T12:28:22+02:00
Autostima

Autostima

L’autostima è un concetto psicologico molto utilizzato nel linguaggio comune e spesso anche banalizzato. E’ frequente sentire parlare di problemi di autostima con significati e manifestazioni anche molto diverse. Per spiegare in modo più profondo e complesso il concetto di autostima utilizzo l’immagine di un iceberg. La punta, la parte visibile che emerge dall’acqua, è appunto la manifestazione esplicita dell’autostima della persona per come viene espressa nella sua vita quotidiana, ma essa è solo una parte del concetto. Sotto la superficie vi è il vero nucleo su cui si basano i comportamenti e i vissuti. Essi sono più profondi e personali e inoltre variano da persona a persona.
Definire l’autostima non è quindi facile, possiamo qui provare a mettere in evidenza degli aspetti salienti che spiegano cosa vuol dire avere una buona autostima.

AUTOEFFICACIA

Un altro elemento che compone l’autostima è la sensazione di autoefficacia, cioè quanto ci si sente capaci e abili nel portare avanti la propria vita. Essa è basata sia sui risultati effettivi che si ottengono nel presente o che si sono raggiunti in passato, ma anche sulla sensazione implicita di essere adeguati e in grado di raggiungere ciò che si desidera. Una persona che si sente capace attiverà più risorse ed energie negli impegni lavorativi e nelle relazioni sentimentali e di amicizia, non si scoraggerà alle prime difficoltà e cercherà di confermarsi l’idea di essere capace. Al contrario una persona con uno scarso senso di autoefficacia cadrà con facilità nella rassegnazione, eviterà di confrontarsi con situazioni e obiettivi importanti e correrà il rischio di confermarsi in modo inconsapevole l’idea di non essere capace.

VALORE PERSONALE

Innanzitutto possiamo legare la stima verso se stessi all’idea del proprio valore personale. Questo si manifesta in molti modi: attraverso una serie di convinzioni consapevoli su di sé che riguardano le qualità che si possiedono, le capacità e competenze che si padroneggiano; ma soprattutto quest’idea si manifesta in modo inconsapevole negli atteggiamenti e nei comportamenti di tutti i giorni, ad esempio sul lavoro e nelle relazioni. Possiamo considerare l’idea del proprio valore personale come una luce che illumina un quadro: i colori e le forme diventano vive e dense di significato solo quando sono illuminate e visibili.
Grazie a una buona considerazione di se stessi si danno quindi risalto e importanza alle proprie idee e valori, così come si portano in evidenza i propri bisogni ed esigenze.

Fiducia in sé

RISPETTO E PROTEZIONE PER SÈ E PER GLI ALTRI

L’autostima è fatta anche di comportamenti volti al rispetto per se stessi. Questo lato si esprime ad esempio nella possibilità di dire no quando consideriamo una situazione nociva o negativa. Un altro modo in cui si manifesta è l’evitare situazioni che ci pongono in una condizione di pericolo attraverso quindi una forma di auto-protezione. Una persona che sa rispettarsi e proteggersi non cadrà facilmente in una svalutazione di sé o delle proprie capacità, non accetterà delle condizioni relazionali svilenti, si sentirà in diritto di chiedere il meglio per sé. Se questo rispetto personale è debole si tenderà a finire in relazioni umilianti che non possono portare a nulla di buono, la persona tenderà ad adattarsi e accontentarsi di ciò che gli altri sono disposti a dare, senza chiedere riconoscimenti, non potrà quindi rifiutare e mettere un freno alle svalutazioni e ai comportamenti irrispettosi degli altri.
Tutto questo si esprime nei confronti di se stessi, ma anche delle altre persone. Se abbiamo una buona immagine di noi stessi e sappiamo quindi rispettarci riusciremo con maggiore facilità a rispettare gli altri nella loro individualità e nel loro valore.

Rispetto

ESPRIMERSI

Una buona autostima porta la persona ad esprimersi con più facilità, sia che si parli di opinioni e valori di fondo sia che si parli delle proprie esigenze e bisogni. Ciò parte innanzitutto dalla consapevolezza di quali sono le necessità e i bisogni relazionali e successivamente dalla possibilità di dargli voce e farli ascoltare. Se c’è qualcosa che lede la propria integrità o che risulta non soddisfacente, ad esempio in una relazione sentimentale, sarà necessario comunicarlo ed esprimerlo apertamente creando così le condizioni per una relazione più soddisfacente. Se la persona non si sente in diritto di esprimere il proprio punto di vista eviterà il confronto, accumulerà frustrazione che necessariamente troverà una modalità per farsi sentire. In questi casi potrebbe ad esempio esprimersi in un malessere fisico oppure in comportamenti relazionali passivo-aggressivi.

CONOSCERE ED ACCETTARE I PUNTI DI FORZA E I LIMITI

Un ultimo aspetto che qui prendo in considerazione come elemento fondante di una buona autostima è la capacità di conoscere ed accettare i propri punti di forza e i propri limiti. Per quanto riguarda i punti di forza può sembrare scontato saperli vedere e valorizzare, ma in realtà non è così. Si possono riconoscere e portare in evidenza solo se internamente vi è una buona sicurezza in se stessi, altrimenti si rischia di non vedere in nessuna area di vita delle qualità oppure di non sentirsi in diritto di mostrarle. Un buon esempio di questo aspetto è la reazione ad un complimento: una persona con una buona autostima accetta i complimenti, li “usa” per rinforzare l’immagine buona di sé e ringrazia. Al contrario una persona con un’autostima carente può schernirsi, sentirsi in imbarazzo e quindi rifiutare implicitamente il complimento. Ciò rispecchia il non sapersi riconoscere delle qualità o il non sentirsi degno del riconoscimento esterno.
Per quanto riguarda i limiti non è mai semplice saperli accettare, ma se si è consapevoli del proprio valore, al di là dei difetti che ognuno di noi ha, allora diventa più facile convivere con la propria imperfezione. Se al contrario ci si sente insicuri i limiti devono essere nascosti o mascherati con un carico di ansia molto forte per il rischio di essere “scoperti”. In altri casi ancora i propri limiti vengono mostrati e quasi ostentati, ci si rende inconsapevolmente incapaci o inadeguati enfatizzando le proprie carenze.

Punti di forza

FATTORI CHE INFLUENZANO L’AUTOSTIMA

Fattori autostimaAlla base di tutti questi aspetti che compongono l’autostima di una persona vi sono degli apprendimenti consapevoli connessi ai risultati ottenuti nelle diverse aree di vita, così come inconsapevoli connessi alle idee interiorizzate su di sé e sugli altri. Questi ultimi sono radicati e fanno riferimento alle prime esperienze di vita con i genitori e le figure di accudimento.
Dal modo in cui si è trattati, considerati e riconosciuti fin da piccoli, le persone sviluppano un’idea del proprio valore. Ad esempio da queste esperienze deriva la posizione che si assume nei confronti delle altre persone. In Analisi Transazionale si parla di posizioni esistenziali che rappresentano come la persona vede sé e gli altri. Esse sono schematizzate con un segno positivo o negativo.

  • Io sono OK, gli altri sono OK (Io+ Tu+): è la posizione esistenziale ideale e sana in cui la persona si sente e può mostrare il proprio valore, così come può riconoscere e rispettare il valore intrinseco delle altre persone. È quindi alla base di un atteggiamento assertivo. Si può immaginare che il bambino sia stato visto e riconosciuto tanto nei suoi punti di forza che sono stati incoraggiati, quanto nei suoi punti deboli che sono stati compresi ed accettati. La persona avrà quindi interiorizzato che gli altri sono fonte di aiuto o conforto in caso di bisogno e allo stesso tempo che si possiedono le qualità necessarie per una vita autonoma e soddisfacente.

  • Io sono OK, gli altri NON sono OK (Io+ Tu-): è la posizione esistenziale che alimenta un effimero senso di superiorità in cui si mantiene un senso artificioso di valore personale a scapito degli altri. È ad esempio alla base di comportamenti sprezzanti e di atteggiamenti arroganti. Si può immaginare che il bambino abbia dovuto innalzare una corazza rigida e di apparente forza per crescere e vivere in un ambiente ostile. Avrà interiorizzato che gli adulti non possono aiutarlo e sostenerlo e che quindi dovrà combattere e vincere per essere visto e riconosciuto.

  • Io NON sono OK, gli altri sono OK (Io- Tu+): è la posizione esistenziale in cui non si è acquisita una buona fiducia in se stessi. Si ammirano e si stimano gli altri idealizzandoli, senza la possibilità di riconoscere in se stessi delle qualità uniche e buone. È ad esempio alla base di comportamenti passivi e atteggiamenti auto-svalutanti. Si può immaginare che il bambino sia stato o eccessivamente protetto in una sorta di bolla relazionale oppure che sia stato giudicato in modo eccessivamente severo e rigido. Il risultato sarà la difficoltà nel trovare in modo autonomo e adulto la soddisfazione dei proprio bisogni, aspettandosi dagli altri un riconoscimento e cadendo spesso nel vittimismo o nel senso di colpa.

  • Io NON sono OK, gli altri NON sono OK (Io- Tu-): è la posizione esistenziale in cui né se stessi né gli altri possono essere considerati sotto una buona luce, nulla è importante e nulla vale la pena, è una posizione pessimistica e cinica. Si può immaginare un bambino che faceva fatica a prevedere le reazioni dei genitori che risultavano imprevedibili e pericolosi. L’imprevedibilità poteva essere così elevata da annullare la fiducia in sé alimentando la sensazione di essere privo di valore e valutando gli altri come inutili e incapaci di aiuto o sostegno. Si parla in questi casi di attaccamento disorganizzato.

DOMANDE FREQUENTI SULL’AUTOSTIMA

Si può costruire l’autostima?2021-04-29T12:29:56+02:00

È chiaramente influenzata dalle tante esperienze che hanno caratterizzato la nostra storia personale. Queste esperienze hanno costruito e rinforzato un senso di valore personale oppure lo hanno minato e indebolito. Per quanto le esperienze infantili e il rapporto con le figure di attaccamento siano la base dell’autostima, le persone hanno la grande capacità di continuare ad apprendere nuove conoscenze su di sè e sugli altri lungo tutto l’arco della propria vita andando così a rimodulare vecchie acquisizioni e convinzioni.

La buona notizia è quindi che tutti hanno la possibilità di riprendere il filo della propria storia, comprendere da dove derivano gli atteggiamenti e i comportamenti limitanti del presente e metterli in discussione. Inizialmente le nuove conoscenze, il nuovo modo di vedere se stessi, il nuovo approccio alle vicende quotidiane convivranno con le vecchie convinzioni e modalità che bloccano lo sviluppo di sè. Ma progressivamente diventeranno parte integrante della propria identità e ne trasformeranno i presupposti legati all’autostima e al valore personale.

Avere una buona autostima significa essere egoisti?2021-04-29T12:29:56+02:00

Avere un’ottima stima di sé da alcune persone viene vissuto come una forma di egoismo. Si tende così a scambiare li mettere se stessi al primo posto con gli atteggiamenti arroganti e prepotenti o menefreghisti che invece non hanno nulla a che fare con una sana autostima.

Avere una buona autostima significa invece considerarsi meritevoli e degni di considerazione, in primo luogo dentro di sé, ma conseguentemente anche nel rapporto con gli altri. Chiaramente se una persona è abituata a mettersi spesso all’angolo e vivere con un senso di sacrificio le relazioni, questo andrà messo in discussione in quanto ostacola il vedersi come una persona autonoma e indipendente. Queste nuove acquisizioni porteranno anche a vedere gli altri come persone adulte nel senso più autentico della parola e quindi capaci di autodeterminarsi. Ciò non toglie la possibilità di essere di aiuto o di sostegno in caso di bisogno, ma cambia il modo di andare in soccorso degli altri: non più sostituendosi a loro, ma offrendo un aiuto rispettoso e caldo.

Come posso favorire una buona autostima in mio figlio?2021-04-29T12:29:55+02:00

Questo è una grande tema per qualunque genitore. Purtroppo non esiste una ricetta unica valida per tutti i genitori e soprattutto per tutti i figli.

La regola generale è però che i genitori sono i modelli più importanti e più impattanti per i figli. Di conseguenza il modo migliore per assicurare un ambiente che crea stima in se stessi è essere per primi delle persone che credono nel proprio valore come esseri umani. Nella pratica significa darsi dei permessi, proteggersi, rispettarsi, cercare e chiedere soddisfazione per i propri bisogni, perdonarsi e realizzarsi. Tutto ciò può essere applicato sia verso sè stessi, ma anche verso gli altri, figli compresi.

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